Articoli marcati con tag ‘Coro de Tzaramonte’

PostHeaderIcon La Messa cantata in sardo il 15 marzo 2014 a Premosello Chiovenda (VB) e il 16 marzo 2014 a Crevoladossola (VB)

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PostHeaderIcon Cantigos de Coros - IX Edizione sabato 21 dicembre 2013 alle ore 19:00 nella Chiesa parrocchiale di San Matteo

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PostHeaderIcon Coro de Tzaramonte - Non potho reposare

PostHeaderIcon CHIARAMONTI - 2° Edizione “Costhumes e Costhumantzias” - 31 agosto 2013 - Seconda parte

PostHeaderIcon CHIARAMONTI – 2° Edizione “Costhumes e Costhumantzias” - 31 agosto 2013 – Prima parte

PostHeaderIcon Coro de Tzaramonte nella chiesa parrocchiale di Preglia(Crevoladossola)

Gemellaggio sardo tra Chiaramonti, Domodossola e Finanzieri

Il 23 settembre u.s. l’Associazione dei Sardi del V.C.O.  - “Circolo Costantino Nivola” di Domodossola, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Finanzieri Italiani - Sezione di Domodossola e il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, ha organizzato una giornata all’insegna del folklore, religiosità, cultura e arte culinaria della tradizione sarda.

La giornata è iniziata alle ore 9,30 presso la caserma “Ferdinando Urli”, sede della compagnia Guardia di Finanza di Domodossola, dove sono state poste due corone di alloro al monumento dei caduti in servizio del Corpo della Guardia di Finanza e di quello degli Alpini, entrambi nel piazzale interno della stessa caserma.

Hanno presenziato alla cerimonia un picchetto armato, formato da militari in servizio della G. di F., il Comandante della Compagnia, Cap. Antonio Mangieri, una delegazione della Sezione di Domodossola dell’Associazione Nazionale Alpini, una folta rappresentanza delle Sezioni ANFI di Domodossola, Verbania e Cannobio, nonché del Circolo dei Sardi di Domodossola, una delegazione in costume tradizionale sardo del Gruppo Folk  “Santu Matteu” di Chiaramonti e del Coro di Tzaramonte, sempre di Chiaramonti, il quale al momento della deposizione delle corone, ha eseguito due canti del repertorio tradizionale sardo.

È seguita, alle ore 11,00, la celebrazione della S.Messa celebrata da don Enrico Manzini presso la chiesa parrocchiale di Preglia di Crevoladossola.

La S.Messa ricordava la ricorrenza liutugica di San Matteo, patrono della Guardia di Finanza nonché del comune di Chiaramonti. Una coincidenza che ha creato una sorta di gemellaggio simbolico tra Chiaramonti e la Sezione ANFI di Domodossola.

La cerimonia religiosa è stata solennizzata dal Coro di Tzaramonte che ha eseguito diversi canti liturgici tradizionali sardi. Anche  in questo caso era presente una rappresentanza in costume sardo del Gruppo Folk di Chiaramonti.

Ha nobilitato la cerimonia il Sindaco del Comune di Crevoladossola, Ing. Giovanni Rondinelli, il quale, al termine della S.Messa, ha avuto espressioni di plauso congratulandosi con gli organizzatori ma soprattutto con i componenti del coro. Altrettanto soddisfatti si sono dimostrati don Enrico e la comunità di Preglia.

È seguito il pranzo conviviale al quale hanno preso parte circa 350 persone. Il menù è stato confezionato e servito, con prodotti portati interamente dalla Sardegna, dai componenti della Pro Loco di Chiaramonti.

Al termine del pranzo il Gruppo Folk ed il Coro di Tzaramonte si sono esibiti, rispettivamente, con balli e canti tradizionali sardi.

Fra un’esibizione e l’altra vi è stato lo scambio di doni: il Circolo dei Sardi e la Sezione ANFI hanno donato un gagliardetto ricordo, espressamente creato per l’occasione. Tra gli omaggi donati dal Gruppo di Chiaramonti vi è stato un libro di poesie in lingua sarda scritto da Istevene Demelas – titolo Poesias -, Presidente del Gruppo Folk di Chiaramonti, il quale ha declamato alcune delle sue poesie.

Nel complesso, tutto il programma ha avuto un ottimo riscontro.

Stefano Mura

Allegato: Sindaco di Crevoladossola e presidente dei Sardi ossolani con il Coro e il gruppo folk di Chiaramonti; Messa sarda nella Chiesa parrocchiale di Preglia di Crevoladossola.

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Sardi Ossolani in festa, segnali di amicizia molto apprezzati

Ricordare il 68° Anniversario della Repubblica Partigiana dell’Ossola - “Crebula”, inno di Crevoladossola, composto dal M° sardo Lorenzo Pusceddu - radicata presenza di una vasta, laboriosa ed operosa Comunità sarda

A nome dell’Amministrazione comunale e dei cittadini di Crevoladossola porgo il benvenuto agli amici del Coro di Tzaramonte, della Pro Loco di Chiaramonti e del Gruppo Folk “Santu Matteu”, oltre che ai Sardi presenti, in particolare ai rappresentanti del Circolo “Costantino Nivola” del VCO e dell’ANFI.

Non posso che ringraziarvi per aver scelto come luogo per il momento di maggior raccolta e riflessione della giornata Preglia di Crevoladossola, per la celebrazione della Messa in onore di San Matteo.

È un segnale di amicizia molto apprezzato che ci guiderà verso altri momenti di condivisione che auspico per il futuro.

La giornata odierna è molto importante per il nostro territorio; a Domodossola, infatti, si sta commemorando il 68° Anniversario della Repubblica Partigiana dell’Ossola, durante la quale germogliò il concetto di democrazia applicata che sfociò poi a livello nazionale nella proclamazione della Repubblica Italiana.

Sarebbe non soltanto auspicabile, ma soprattutto doveroso che quei valori che hanno ispirato i nostri Padri costituenti e costato il sacrificio di milioni di vittime, albergassero nelle coscienze e nei comportamenti di tutti noi ed in particolare di chi ci rappresenta ai livelli più alti.

La storia non va dimenticata, gli esempi positivi non vanno dimenticati, mai!

Mi piace ricordare, tornando a noi, che tempo fa, alla Scuola Media “Cassetti” di Preglia, ero insieme al vostro Presidente Pinna ad ascoltare le note del brano “Crebula”, che definiamo l’inno di Crevoladossola, composto dal M° sardo Lorenzo Pusceddu.

Una linea sottile, un legame tra noi e voi, in realtà inspessita fortemente dalla radicata presenza nel nostro territorio di una vasta, laboriosa ed operosa rappresentanza della Comunità sarda, che negli anni ha contribuito a far fiorire l’Ossola di cui oggi, quindi, è fiera rappresntante.

Ricordiamo anche noi, oggi, il sacrificio di tre lavoratori sardi, Vito Utzeri, Antonio Argiolas e Salvatore Puddu, che il 13 febbraio 1963, persero la vita nell’esplosione della miniera di Pestarena, segnando col tributo massimo l’attaccamento alla nostra terra. Questo non lo dimenticheremo!

Con il pensiero di queste poche righe, non mi resta di augurarvi, quindi, una buona giornata e un grande successo per questa manifestazione, ringraziandovi di cuore per la Vostra presenza e per la Vostra bella e apprezzata esibizione, invitandovi a tornare quando desiderate sempre accolti quali nostri amici.

Giovanni Rondinelli, Sindaco di Crevoladossola


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Circolo culturale sardo Su Nuraghe ~ Biella
web: www.sunuraghe.it
fb: www.facebook.com/sunuraghebiella

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PostHeaderIcon La messa cantata in onore di San Matteo nella Chiesa Parrocchiale di Preglia, frazione del Comune di Crevoladossola

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PostHeaderIcon Fogos de Santu Juanne in Tzaramonte 23 de Lampadas 2012 - Tradizionali fuochi di San Giovanni 23 giugno 2012

Sapadu sera, a sas otto e mesa (20:30) in Piatta e s’istradone, su Coro de Tzaramonte e su Gruppu Folk Santu Mateu, dà su bandu chi, pro chi hat piaghere de sighire sos traditzionales fogos de Santu Juanne torrados in usu dae s’annu passadu e chi mancaiana in bidda annos meda, nos incaminamus umpare pro faghere unu giru de sa idda ballende e cantende in tundu a sos fogos preparados in Sas Rocchittas, in Litu, in Piatta e s’Istradone e concluende in Piatta ‘e Santu Juanne inue su fogu ada essere in usu finu a tardu pro sos fittianos chi cheren brincare.

Setzis tottu invitados a bennere e a bos unire in canto e ballos, e de sicuru a brincare su fogu cun chie disitzades compare o comare de “fogarone”.

Sa serada ada continuare cun sa presenzia de s’iscola de ballu “Dancing Fly”.

Ringratzio a tottu.

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Sabato sera, alle 20:30 in Piazza Repubblica, il Coro de Tzaramonte e il Gruppo Folk Santu Mateu, invita quanti vogliano seguirci nei tradizionali “Fogos de Santu Juanne” rivisitati dopo diversi anni e, ritrovarci insieme per seguire un percorso itinerante nelle vie del paese con canti, balli e “Fogos” in alcuni punti: Sas Rocchittas (nei pressi di via G.Falchi), in Litu (via Grazia Deledda), Piatta e s’Istradone (Piazza Repubblica) e punto finale Piatta ‘e Santu Juanne (Piazza della Costituzione) dove il fuoco persisterà fino a tarda notte per chi desidera provare il tradizionale salto.

Siete tutti invitati a partecipare uniti con canti e balli e, sicuramente a unirvi con chi più desiderate come compari o comari de “fogarone”.

La serata continua e sarà ulteriolmente allietata dalla scuola di ballo “Dancing Fly”.

Grazie a tutti.

PostHeaderIcon Domenica 31 luglio 2011, ricca di attività per il Coro ….

In mare il "Signore degli abissi" - La Nuova Sardegna 02.08.2011

La Festa dei nonni 2011 - Porto torres - La Nuova Sardegna 02.08.2011

PostHeaderIcon Ricordati domenica scorsa quattro minatori morti nelle miniere d’oro a Pestarena di Macugnaga. Tre di loro erano sardi.

Si è celebrato il cinquantesimo anniversario dell’incidente accaduto il 13 febbraio del 1961, nelle miniere d’oro di Pestarena in Valle Anzasca, provincia del Verbano Cusio Ossola a quattro minatori che persero la vita in un’esplosione mentre preparavano nelle viscere del Monte Rosa le cariche che avrebbero consentito l’avvanzare dei cunicoli sotterranei. I minatori erano un Bergamasco, Giovanni Offredi nato a Taleggio (BG) il 31.12.1908 e tre sardi, Salvatore Puddu nato a Seui (NU) il 29.01.1940, Antonio Argiolas nato a Villanovatulo (CA) il 04.07.1937 e Vito Utzeri nato a Muravera (CA) il 13.12.1902.

Negli anni bellici della Seconda Guerra Mondiale, le miniere di Pestarena garantirono a molti uomini l’esonero della chiamata alle armi, in cambio del lavoro nelle viscere del Monte Rosa. Dopo la fine della Grande Guerra e prima del boom economico di quegli anni, il lavoro nelle miniere d’oro della Valle Anzasca attirava numerosi lavoratori da diverse regioni d’Italia. Sono lunghe le liste dei cavatori, Veneti, Siciliani, Piemontesi e Sardi. Tutti lasciavano terra natia e affetti, per cercare pane e lavoro, così anche molti minatori del Sulcis-Iglesiente, furono costretti ad emigrare perchè le miniere di carbone in Sardegna chiudevano.

Pestarena arrivò a contare molte centinaia di lavoratori, tanti si erano portati dietro anche la famiglia, altri se la sono fatta nel posto. Era un centro industriale di prim’ordine. Un paese dove oltre al pane si assaporava la polvere della miniera, altro flagello che ha quasi cancellato una generazione di uomini che non superavano i 40 anni per via della silicosi. Tutta gente umile e spesso povera. Onesti lavoratori arrivati lassu e catapultati nella pancia del Monte Rosa.

L’incidente del 13 febbraio 1961 fù il pretesto definitivo per l’Ammi, Azienda Statale che faceva capo al Ministero dell’Industria e al Ministero delle partecipazioni statali, per chiudere le miniere d’oro di Pestarena, decretando la disperazione di molte famiglie che di colpo si ritrovarono senza lavoro. Eppure, vecchi minatori e i carotaggi effettuati durante gli ultimi anni di apertura da parte di tecnici sudafricani, affermarono che l’oro c’è ancora ed è in quantità rilevante, ma è giù nelle profondità della terra dove il paese affonda le sue radici.

Cinquant’anni dopo l’incidente, per “non dimenticare Pestarena” l’Associazione “Figli della miniera” ha organizzato una giornata in memoria dei minatori deceduti nell’incidente al Ribasso Morghen di Campioli. Alle 14:30, il parroco don Maurizio Medali ha celebrato la Santa Messa animata dal “Coro de Tzaramonte“, poi dopo una breve preghiera nel “cimitero del ricordo“, nella piazza si è officiata la benedizione e lo scoprimento di una targa commemorativa, alla presenza di Giovanna Boldini, sindaco di Macugnaga, Livio Tabachi, sindaco di Ceppo Morelli e l’On. Valter Zanetta.

Al pomeriggio commemorativo hanno partecipato il Coro de Tzaramonte, eseguendo durante la funzione religiosa i canti tradizionali e successivamente nella piazza alcuni canti di repertorio tradizionale sardo, omaggio ai caduti in miniera voluto dal presidente del circolo sardo “Costantino Nivola” di Domodossola. Ha presenziato alla cerimonia anche la Banda Musicale di Ceppo Morelli.

Per dovere di cronaca voglio anche trascrivere la bella poesia scritta dal poeta Valerio B. Cantamessi eclusivamente per i “figli della miniera” per Pestarena e la sua gente:

Il canto della Madre Terra (Pestarena)

Madre,
quel triste tuo canto
sorvola gli immobili abeti
avvolge e ghermisce ogni cosa
rimbomba oltre i picchi del Rosa
quassù, tra i compagni quieti
sui visi trafitti dal pianto

scolora le lacrime asciutte
condanna la vita stroncata
trafigge la persa fortuna.
Appesi alle falci di luna
guardiamo la valle dorata,
noi vite che furon distrutte

noi visi anneriti, la schiena
piegata, contorra alla terrra
violata da mani spezzate
non pace, non voli di fate
coi picchi e le pale la guerra
facemmo alla tua Pestanera.

Ma Madre,
nel buio silente
se mai tu potrai perdonare
l’averti in profondo trafitta
se infine alla nostra sconfitta
vorrai con dolcezza ridare
l’orgoglio dell’umile gente

allora le note contorte
del canto che avvolge ogni cosa
saranno armonia della vita
chèmai noi ti abbiamo tradita
ma ancor tra le braccia del Rosa
cantiamo il tuo canto di morte.

Valerio B. Cantamessi